Con il termine “emancipazione femminile” si intendono tutte le battaglie che le donne hanno intrapreso per non essere più trattate come dei soggetti incapaci.

Per secoli alle donne è stato impedito di votare, lavorare, gestire il proprio denaro (o anche solo di averne del proprio) e molto altro.

Le era vietato di essere libere, perché erano considerate soltanto un accessorio del capofamiglia (padre o marito).

Ciononostante, col tempo hanno avuto una continua emancipazione.

Con l’Illuminismo, nel XVIII secolo, si fa un piccolo passo avanti verso l’emancipazione della donna, benché la parità tra i sessi fosse ancora lontana.

Nonostante le donne non abbiano partecipato agli eventi nel corso della storia, non sono inesistenti. Hanno preceduto e accompagnato la Rivoluzione Francese, la presenza femminile emerge, quindi la partecipazione attiva delle donne alla vita sociale e culturale durante l’Illuminismo è un fatto incontestabile.

Date da ricordare:

-1947: cancellata la discriminazione delle donne dalla Costituzione della Repubblica.

-1970: legge sul divorzio.

-19 maggio 1975: riforma del diritto di famiglia (stessi diritti dell’uomo alla donna).

-1978: legge sull’interruzione di gravidanza.

-Approvata nel 1977, integrata nel 1991, la legge sulle pari opportunità.

Tutto finito?

Purtroppo no. Sono ancora troppe le donne uccise dai propri partner o ex compagni, o che subiscono mobbing (terrore psicologico sul luogo di lavoro) o stalking.

L’Italia ha approvato il codice rosso; la legge del 19 luglio 2019 n°69, è una legge della Repubblica italiana che rafforza la tutela di tutti coloro che subiscono violenze, ma alcuni politici dicono che le leggi da sole non bastano.

La paura che ha una donna verso un uomo dovrebbe essere inimmaginabile, ma ormai, è diventata la normalità.

Scritto da ANGELA PERO, 3ID

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