Il Giorno della Memoria cade il 27 di gennaio.

Ricorda l’olocausto, cioè lo sterminio del popolo ebraico da parte del regime nazista.

È stato scelto questo giorno perché nel 1945 liberarono il campo di concentramento di Auschwitz.

Hitler, capo dei tedeschi, voleva mantenere la purezza della razza ariana e quindi decise di eliminare tutti coloro che avrebbero potuto inquinare questa popolazione.

Il popolo ebraico, gli zingari e gli omosessuali vennero rastrellati dalle loro case e trasferiti nei campi di sterminio, i lager.

In questi campi sono stati uccisi circa 6.000.000 di ebrei.

Milano ha in stazione Centrale il binario 21, luogo da cui partivano i treni che trasportavano i deputati in Germania.

Qui la maggior parte finì nelle camere a gas e nei forni crematoi.

I più famosi campi di concentramento sono Auschwitz e Dachau.

All’ingresso di quest’ultimo c’è un cartello con la scritta “QUELLI CHE NON RICORDANO IL PASSATO SONO DESTINATI A RIPETERLO”.

All’ingresso di Auschwitz la scritta “ARBEIT MACHT FREI”, cioè “IL LAVORO RENDE LIBERI”.

Appena si entrava nel campo di concentramento si veniva tatuati con un numero di matricola che cancellava il nome e poneva fine ai dubbi dei prigionieri,  rispondendo alle loro numerose domande, poiché ormai da quel momento si era solo un numero.

Gli anziani e i più deboli venivano inviati direttamente alle camere a gas.

La frase che mi ha più colpito di più è incisa su uno di quei tanti muri di Auschwitz, ella dice: “Se Dio esiste, dovrà chiedermi scusa”;

questa frase è molto forte.

Con varie ricerche ho scoperto che questo era ed è il pensiero anche dell’ultimo bambino che ha varcato la soglia del campo di concentramento di Auschwitz.

Lui si chiamava Oleg Mandic ed era il numero 189448, appunto; l’ultimo bambino a lasciare vivo Auschwitz dopo la liberazione dell’Armata Russa.

Nacque nel ’33 e all’età di soli 11 anni, il 15 maggio del ’44 venne deportato ad Auschwitz con la mamma e la nonna e da quel giorno a quel vulnerabile ragazzino gli venne rubatal’infanzia per tutta la vita.

Scritto da ANGELA PERO 3ID 

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