Il giorno 20 febbraio noi alunni della classe V dell’Alberti siamo andati al Museo Nazionale di Napoli.

Studiando la regione Campania già avevamo letto la storia di questo Museo; fu costruito nel 1600 e prima fu una scuderia, poi fu sede dell’Università e infine, con Ferdinando IV di Borbone, divenne il Real Museo Borbonico perché si voleva trasformare Napoli in una città d’arte.

La guida del nostro gruppo ci ha spiegato che il Museo fu aperto al pubblico nel 1801 per mostrare la collezione Farnese e i reperti degli scavi di Pompei e di Ercolano. Poi, con il passar del tempo, il Museo si è arricchito di tantissimi reperti che sono esposti in varie sezioni. La nostra classe ha visitato la Sezione Farnese e quella Egizia.

La guida ci ha raccontato che Elisabetta Farnese, figlia di Alessandro, aveva tante sculture e che il figlio Carlo III di Borbone non le voleva vendere e le aveva tutte raccolte in quel palazzo. La scultura che ci ha colpito di più è stata : ” il supplizio di Dirce”, una statua enorme che fu scolpita in un solo grosso blocco di marmo per narrare l’uccisione di Dirce, la zia di due gemelli; lei non aveva figi e quando la cognata Antiope andò a vivere a casa sua, essa fu allontanata e Dirce allevò i bambini come suoi figli. Antiope nel bosco non morì e quando riuscì a raccontare tutto ai suoi figli, questi per vendicare il dolore della loro madre, legarono la zia ad un toro furioso che trascinò via Dirce uccidendola.

Anche la Sezione Egizia è stata  molto interessante perché la loro storia è molto bella; gli Egizi, naufraghi e commercianti, si stabilirono nella nostra città e ci hanno lasciato a Napoli molti reperti: oggetti, manufatti e soprattutto molte rappresentazioni di dei e animali sacri che adoravano; infatti, con molto stupore abbiamo visto in una teca un coccodrillo imbalsamato che veniva paragonato al dio Seth. Gli Egizi imbalsamavano anche i corpi dei defunti perché credevano in una seconda vita e li seppellivano con ricchi corredi funerari in sarcofaghi molto decorati. In un sarcofago c’era una mummia, si vedeva un piccolo scheletro con la pelle secca e scura…abbiamo provato una sensazione strana.

Nel Museo c’erano tanti altri studenti più grandi di noi che ammiravano le opere d’arte con stupore e anche per noi questa visita è stata davvero sorprendente perché per la prima volta siamo entrati in un museo così importante.

Gli alunni della classe V

plesso Alberti

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