“La ragazza afgana” con “Gli occhi che parlano” attraverso le immagini di Steve Mc Curry…ti lasciano a bocca aperta per la profondità e contemporaneamente la malinconia velata che traspare dallo sguardo cristallino più famoso del mondo fotografico.

ma il fotografo americano che si racconta nelle sale del museo Pan fino al 12 febbraio accompagna il visitatore nei meandri della sua creatività usando anche il bianco e nero,come testimoniano le foto che ritraggono guerriglieri afgani ,scattate negli anni ’70 :il sapiente uso del b/n lascia trasparire la rudezza dei volti e degli aspri paesaggi montuosi ripresi in momenti di pausa da una delle tante guerre che straziano le terre e gli abitanti dell’afghanistan.

procedendo ci si tuffa in un turbinìo di colori scaturiti dalle immagini dell’india,del nepal,del giappone  e dell’arabia:monaci shaolin,la “holy fest” (festa dei colori) ,una geisha nella metropolitana (azzeccatissimo contrasto fra passato e presente) animano questa parata di sensazioni , di attimi congelati nello scatto fotografico ad imperitura memoria del momento della foto.

infine la sezione dedicata ai conflitti di ieri e di oggi: e si rimane pensierosi,rendendosi conto di quanto siamo piccoli ed indifesi di fronte alla stupidità umana.

gloria ajello

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