pastedGraphic.png                                                                          Monsieur François-Marie Arouet 

alias VOLTAIRE

Place du Panthéon, 75005 Paris, Francia

Naples 16 avril  2021.

Mon cher Monsieur Voltaire,

sono ormai passati quasi 250 anni da quando ebbi il piacere di incontrarla di sfuggita nel cafè Procope assieme ai cari compagni di viaggio il Marchese Sanches ed il buon Cuoco. Delle loro sorti, come quelle della repubblica napoletana, non voglio però raccontare per non rattristarla.

Dell’incontro ho conservato il più bel ricordo possibile, quell’atmosfera, quei colori, i suoni delle tazzine, sembravano la giusta cornice alle nuove idee che stavano sviluppandosi. La sua visione della tolleranza “come conseguenza necessaria della nostra condizione umana” è stata poi l’idea che più è cresciuta e si è sviluppata, specie nei secoli successivi.

Mi piacerebbe poter dire che nel mio secolo, il XXI, quest’idea sia diventata patrimonio di tutti gli uomini. Per tantissimi di buona volontà è stata così. Molti  si impegnano ogni giorno perché la tolleranza si sviluppi in tutto il mondo, lavorando in enti ed associazioni che diffondono il messaggio di fratellanza tra tutti i popoli, senza nessuna distinzione di credo religioso, di sesso, di etnia, di condizione sociale. Anzi devo dire che molti paesi, tra i quali la mia cara Italia, hanno scritto addirittura in Costituzione, tra i diritti fondamentali, quello della tolleranza religiosa, come dell’uguaglianza tra gli uomini, come anche il rifiuto delle guerre per risolvere le liti internazionali. Anche il nostro vecchio continente, abbandonate le idee colonialiste, finalmente si è riunito in un’unica entità politica: l’Unione Europea. In essa siamo presenti assieme alla sua nazione, finalmente uniti per sconfiggere qualsiasi idea di future guerre, dopo quelle che hanno devastato la nostra bella Europa fino allo scorso secolo.

Purtroppo non tutto è andato bene, e l’uomo dopo le devastazioni di due guerre mondiali, quando sembrava aver messo da parte qualsiasi intenzione di sopraffazione, religiosa, economica, politica, sul finire del secolo scorso ha riscoperto le guerre etniche, nei paesi balcanici, infiammando territori come la Serbia, la Croazia, l’Erzegovina, l’intera Jugoslavia è stata attraversata da lotte a sfondo etnico-religioso che credevamo non potessero affacciarsi mai più, ed invece procurano tantissime sofferenze a quei popoli, fino a poco prima fratelli, che si scagliarono uno contro l’altro con “scuse” religiose, come raccontato nel bel libro della Mazzantini “Venuto al mondo” , che le consiglierei di leggere se ne avesse il modo, libro che racconta proprio di un ragazzo nato a causa di quella guerra ed al tempo stesso vittima di quella guerra..

Comunque, non vorrei divagare, perché il senso di questa mia lettera resta principalmente quello di ringraziarla per aver “illuminato” le menti degli uomini con il suo “Trattato sulla Tolleranza” in cui molti si identificano tutt’oggi, e che personalmente vedo come un faro che illumina da due secoli e mezzo i desideri dei giusti e dei saggi, perché indubbiamente come scriveva “la debolezza è una conseguenza necessaria della nostra condizione umana. Siamo tutti figli della fragilità: fallibili ed inclini all’errore”, e devo aggiungere parlandole del mio secolo, che questo ci è stato perfino più chiaro quando nel 2020 la comparsa di un microorganismo, un piccolissimo virus, ha messo in ginocchio l’intera umanità, causando una delle epidemie più terribili da oltre cento anni con milioni di morti, e senza che la nostra scienza e la nostra sofisticata tecnologia potesse farci niente. Insomma, la fragilità si è riproposta violentemente come anche una nuova forma di fratellanza e solidarietà nel dolore. Però non è bastata la calamità a farci superare ed abbandonare definitivamente le diversità ed abbracciare totalmente la bandiera della tolleranza. Devo infatti precisare che agli inizi del mio secolo, purtroppo il fanatismo religioso, proprio quando lo credevamo del tutto sconfitto, è ricomparso all’ improvviso sotto le nere bandiere del califfato dell’Isis, che cominciò nuovamente a parlare la lingua dell’intolleranza religiosa e della guerra tra fedeli e infedeli. Cosa che provocò tantissime vittime nell’oriente ma anche moltissimi fenomeni di fanatismo in Europa, dove furono commesse stragi di civili. Una delle più brutte avvenne proprio nella sua splendida Parigi, mon amie.

Per completezza del mio secolo, devo dirle che già si aprì con attacchi terroristici da parte di gruppi fondamentalisti, che nel terribile settembre del 2001, con l’attacco agli Stati Uniti d’America provocarono l’abbattimento di due grattacieli e la morte di ben 3.000 persone. Cosa che scatenò la successiva reazione degli U.S.A. ed infinite guerre nel medio-Oriente.. Guerre e rivolte sono continuate, e continuano purtroppo, in diversi paesi del mondo e molto spesso sotto la bandiera di finte appartenenze religiose, che nascondono interessi ed avidità dei relativi capi.  

Ma come dicevo non voglio per questo rattristarla. Anzi, devo dire che queste azioni, nonostante continuino a ripetersi in varie forme, come quelle che purtroppo sperimentiamo anche noi paesi più moderni e civilizzati come le nostre due Nazioni sono sempre meno accettate dai più. Infatti fenomeni come la scarsa tolleranza che manifestiamo verso gli immigrati, che poi non sono altro che esuli politici o economici, spesso causati dalle guerre e dai fanatismi, sono azioni che ricevono sempre meno consensi e sono spesso ritenute intollerabili dai più. Certo alcuni politici provano ad usarle per far crescere la loro visibilità, ma dopo cercano sempre di giustificarsene prendendo in qualche modo distanza da queste brutture.

Insomma, Signor Voltaire ancora voglio ringraziarla per le sue idee, perché anche se non hanno fatto breccia in tutti, almeno non consentono più a nessuno di non farci i conti. Oggi l’intolleranza almeno va giustificata, spesso in modi anche patetici, ma nessuno che si dica civile, o come diceva il suo amico-nemico Rousseau, che abbia sottoscritto il patto sociale dell’umanità, può più giustificare l’intolleranza in alcun modo. 

Di questo il mio, come i secoli a venire, ne sono certo, gliene saranno sempre grati e debitori.

Il suo amico ed ammiratore

Ernesto Genova

IC

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