Nel corso della visita in Rai avvenuta il 31 marzo scorso, tra le tante location che hanno catturato la mia attenzione, più di ogni cosa, sono rimasta colpita dall’idea di essere “sospesa nel vuoto”. Il dottor Giuseppe Messina, nostra eccezionale guida, nell’illustrarci l’architettura dell’Auditorium ci ha spiegato che questa struttura si regge grazie ad un gioco di spinte esercitato da sei piloni. Al disotto c’è il foyer dove si svolgono le conferenze stampa mentre, in quella che attualmente è la sala che ospita “Made in sud” trovano posto fino a mille persone del pubblico. Il soffitto è altissimo e si mantiene grazie a sei travi che fungono da tiranti.

La costruzione fu realizzata riprendendo i progetti di Renato Avolio De Martino, Raffaele Contigiani e Mario De Renzi tra il 1958 ed il 1963 ottenendo l’effetto di “edificio sospesa”. Sempre il dott Messina ci ha spiegato che sotto l’Auditorium le fondamenta sono una specie di cuscinetti che lo rendono antisismico. Un aneddoto legato a questo luogo è quello inerente il terremoto del 1980. Qui vennero a trovare rifugio tutti i dipendenti Rai con le loro famiglie perché sapevano che era un luogo sicuro.

Un’altra curiosità è che la data della nostra visita coincide con quella dell’inaugurazione avvenuta il 31 marzo 1963 con un concerto dell’Orchestra Sinfonica A.Scarlatti.

Purtroppo non è stato possibile vedere il maestoso organo, uno dei più grandi d’Italia, costruito dalla ditta Tamburini negli anni Cinquanta e che un tempo sormontava i 400mq di palcoscenico.

Francesca Cassandro 2D

(dimostrazione di come la struttura si mantenga grazie alle spinte esercitate dai piloni)

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