pellegri

(ph Wikipedia)

29/11/2016
Complesso museale dei Pellegrini.
Oggi a Napoli due gruppi di
classe del circolo didattico
G. Fiorelli in particolare la
prima A e la prima B,
accompagnati dai loro
professori, hanno
effettuato un’uscita
didattica con meta, il
complesso museale dei
Pellegrini. In particolare la
professoressa Della Corte
della 1 B, prima di
uscire, ha programmato
un percorso didattico
soffermandosi sui
monumenti più importanti
della città  lungo il
tragitto per raggiungere il
complesso museale.
I Pellegrini sono una
Arciconfraternita nata nel
1578 per offrire
accoglienza ai poveri e a
pellegrini; in seguito nel
1800 diventerà un
ospedale.Lungo il percorso

da via Fiorelli,s’incontrano:
• Via Chiaia, la quale in
passato era una spiaggia,
• palazzo Cellamare
costruito nel 1500 dai
nobili Carafa di Stigliano i
quali ospitavano poeti e
letterati come Torquato
Tasso e Giovanni Battista
Basile. Nel 1700 divenne
proprietà dei principi
Caracciolo di Cellamare.
• Piazza Trieste e Trento il
cui nome fu dato per la
conquista di queste terre
dopo la prima guerra
mondiale.
Nel 1914-1918 la piazza
si chiamava piazza San
Ferdinando per la chiesa
omonima. Nelle
vicinanze c’è il teatro San
Carlo. A piazza Trieste e
Trento c’è il caffè
Gambrinus frequentato
nel 1800 da musicisti e
poeti come Leopardi. Sì
racconta che D’Annunzio
vi scrisse una canzone in
napoletano “a vucchella”
.
Il teatro San Carlo fu
inaugurato nel 1817.
• Via Toledo descritta nel
1550 come la più bella
strada di Napoli. Ci
abitavano i nobili come
nel palazzo Zevallos di
Stigliano costruito nel
1637 da Cosimo Fanzago
e nel palazzo Tocco dei
principi di monte
Miletto, appartenuto
prima al giudice Tapia.
• Piazza Carità ed infine la
Pignasecca chiamata così
perché prima c’erano
tanti alberi di Pino
(pigne) ma poi ne rimase
solo uno che si seccò.
Terminato il tragitto a
piedi con i professori, i
ragazzi giungono ai
Pellegrini.
Le giovani guide del FAI
descrivono ai ragazzi Il
complesso museale dei
Pellegrini che comprende
2 chiese, gallerie e sale
storiche.
La chiesa cinquecentesca
dedicata a Santa Maria
Mater domini, conserva
l’originario disegno della
facciata settecentesca.
La chiesa della Santissima
Trinità, opera di Giovanni
Antonio Medrano e Carlo
Vanvitelli, è magnifica per
la singolare pianta a due
ottagoni collegati da
rettangoli.
Opera del Medrano sono
anche la Terra Santa e il
Coro in radica di noce e
cupola con motivi in oro
zecchino disegnati
dell’architetto Astarita.
Dalla chiesa della Trinità
attraverso il corridoio
delle lapidi, si accede agli
ambienti destinati alla vita
dell’arciconfraternita: il
salone del Mandato, le
sale della vestizione, le
sale degli albi d’oro e la
galleria dei dipinti.
Fabrizio Pignatelli uomo
nobile, che combatteva
per difendere i poveri e i
pellegrini, in seguito si
ammalò, tornò a Napoli e
continuò questa vocazione
fondando questa chiesa
che nel 1769 fu
ristrutturata dal Vanvitelli.
Dopo la morte di
Pignatelli, fu ereditata per
un breve periodo dallo zio
Camillo, e in seguito fu
ereditata
dall’Arciconfraternita.
Nel 1970 fu acquistata
dallo stato e fu costruito
un ospedale.
Una scena ritratta molto
importante è quella di
Pignatelli che lava i piedi ai
pellegrini come atto
simbolico di umiltà.
La chiesa nuova
originariamente era un
oratorio dove i fratelli
decidevano il da fare nella
giornata oppure
pregavano. Ci sono
tantissimi triangoli che
simboleggiano la Trinità
con al centro un occhio
che rappresenta Dio che
osserva. Ci sono due
nicchie una con San
Gennaro e una con San
Filippo Neri.
Molte le opere d’arte e i
quadri dal 1400 al 1800; di
rilievo quello di Santa
Cecilia con l’organo.
Altra nota importante
sono i 4 dipinti
monocromatici di Napoli
con bellissimo effetto
tridimensionale.
Molti sono stati nel tempo
i benefattori come il Banco
di Napoli e la Banca
D’Italia, che hanno
contribuito al restauro e
manutenzione di tali
tesori, assolutamente da
vedere!
di Lorenza de Magistris

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