La Turandot è un’opera lirica scritta dal famoso Puccini e completata dal suo allievo Alfano nel 1924. Il 27 Maggio noi ragazzi della quinta A, insieme alle altre classi quinte della scuola Radice di Napoli, siamo andati al Teatro di San Carlo per rappresentarla dopo un lungo periodo di preparazione.

Turandot, principessa di Pechino fa decapitare tutti i suoi pretendenti che non riescono a risolvere gli enigmi che lei propone loro. Il comportamento della principessa che appare fredda e dalla personalità contorta, non ha una motivazione presa così, a casaccio, anzi; il suo intento è quello di vendicare lo spirito della sua antenata rapita, maltrattata e uccisa da un uomo. Si capisce quindi che lei è uno “spirito libero” per quel tempo e non sopporta la sottomissione e la violenza sulle donne.

In uno scenario magico, dai colori accessi e dalle caratteristiche orientali, i personaggi mettono in evidenza situazioni molto contrastanti che richiamano ai sentimenti umani che si ripetono nella storia: la paura, il coraggio, la ribellione, l’amore.

“M’ama, non m’ama”, non è una domanda che noi, solo oggi, ci poniamo continuamente; in realtà la domanda se la poneva anche la principessa Turandot quando il principe Calaf, risolti gli enigmi, non la costrinse a sposarlo come dettava la legge. Il principe per dimostrarle il suo amore e per conquistare il suo cuore, le diede un’altra possibilità: se avesse scoperto prima dell’alba il suo nome, lui avrebbe chiesto di essere decapitato lasciandola libera, altrimenti lo avrebbe accettato senza rancori. L’unica persona che conosceva il nome del principe era una serva di nome Liù che, innamorata del principe che giammai l’avrebbe scelta, si uccide pur di non rivelare nulla. La principessa Turandot, vista questa manifestazione d’amore, sente il suo cuore sciogliersi. “Nessun dorma”… cantava Calaf… “All’alba vincerò”… sicuro di vincere… ma a vincere è stato l’amore che finalmente nasce nel cuore di Turandot la quale ha gradito il rispetto che il principe le ha dimostrato.

Ancora una volta una storia d’altri tempi ci ha fatto riflettere sull’animo umano inoltre impreziosita dal magico palco del San Carlo. Un grosso ringraziamento va al nostro maestro di musica Raffaele Stiletti per aver fatto avvicinare noi ragazzi al mondo dell’Opera lirica e per averci dato la possibilità di vivere delle emozioni bellissime ed indimenticabili.

Classe 5A – Radice

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