Seguendo i passi del Che  – 

Appunti di un viaggio finora fatto       

  – solo nei miei sogni

 

 Nel deserto nero

dell’autostrada cilena, con il fresco vento in faccia, mi ritrovo sopra la mia Harley Davidson, con dirimpetto il cartello con su scritto

“Bienvenido a Chile” (benvenuto in Cile), seguendo questa autostrada fatta interamente di sabbia. È stato un viaggio molto lungo; sono partito portandomi solo lo stretto indispensabile e qualche tanica di benzina di riserva. Sono partito dalla Patagonia, in Argentina, più precisamente dalla città argentina di Viedma, per passare poi dalla bellissima Buenos Aires e poi fermarmi nella città di Quilmes dove ho preso un traghetto per Montevideo, in Uruguay. È ufficiale, mi sono lasciato alle spalle l’Argentina. Quindi davanti a me, solo il Rio de la Plata e in fondo, l’Uruguay. In Uruguay, passata Montevideo, mi accampo  vicino all’autostrada per pernottare; penso di ripartire appena sorto il sole. Mi alzo di buon’ora, infatti il sole non è ancora sorto e rincomincio questo cammino attorno il Sud America. Passato l’Uruguay procedo nella “Republica Brasileira”. Per primo percorro il Rio grande do Sul per poi finire a São Paulo, e da São Paulo fino a Rio de Janeiro. Mi fermo un po’ in questa città poiché voglio visitare le sue meraviglie: dal Monte Pan di Zucchero alla statua del Cristo redentore, dalle sue “favelas” alle sue incantevoli spiagge cristalline. Mi fermo a Rio un po’ di più, poiché è in programma il carnevale, semplicemente stupendo, un’ esperienza unica. Lasciata Rio, proseguo il mio viaggio e qualche giorno dopo attraverso tutto il Venezuela e passo in Colombia, donde assaggio il miglior caffè che abbia mai bevuto. Prendo un po’ di quello macinato e me lo porto con me. Passata ormai la Colombia, entro ufficialmente nella “repubblica delle banane”: l’Ecuador. Vedo il vulcano Cotopaxi e il monte Chimborazo, poi passo per Quito e Guayaquil, ove prendo un traghetto per le isole Galapagos, il paradiso sceso in terra; lì vedo le mitiche tartarughe e le enormi iguane. Finita la visita in Ecuador, sbarco col traghetto in Perù, l’antica culla dei Nazca. Passo per Lima, la città barocca, Cuzco, e le rovine di Machu Picchu, per poi farmi cullare dal sonno ad Arequipa. Il giorno seguente supero il confine peruviano e finalmente, ecco il Cile, la

terra dove ho sempre sognato di metter piede. Da qui in poi sarò in viaggio verso la città di Antofagasta e dopo per Santiago, dove ho in programma di visitare il “Palacio de la Moneda”. Poi proseguirò verso Puerto Montt, per poi prendere lì un traghetto che mi porterà a Rapa Nui (Isola di Pasqua), vedendo lì i colossali “Moai”, i guardiani dell’isola e  l’oceano che incontra quest’isola. Sbarcherò poi nella città natale di mio padre, Osorno, per poi proseguire quindi nella “Terra del fuoco”, quindi a Punta Arenas per poi concludere questo viaggio nel territorio Antartico cileno.

Anima e coraggio, mi resta ancora un pò di strada da fare.

 

Sebastian Solis

III° B

I.C. Fiorelli – Napoli

 

foto articolo che 2016 - che

foto articolo che 2016 -5foto articolo che 2016 -4foto articolo che 2016 -3

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

<a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>