In questo momento particolarmente difficile in cui ci si chiede di stare a casa, noi ragazzi, utilizzando la didattica a distanza, con piattaforma e chat abbiamo fatto una ricerca su dipinti che raffigurano scene di vita in casa! L’idea ce l’ha data il nostro vicepreside, professore di arte, e con la prof. di italiano abbiamo elaborato in modo personale testi descrittivi-narrativi.

Il quadro a tema sull’arte di stare a casa che mi ha più colpito è questo dipinto di Haynes King (foto in basso). Molte scene rappresentano donne in casa tra i dipinti proposti, come dice il sito didatticarte, perché nel passato era quasi la regola che le donne passassero molto del loro tempo proprio lì. Ma questo quadro mi colpisce perché rappresenta una ragazza che scrive i suoi pensieri, probabilmente su di un diario in una stanza abbastanza vuota. Si vede un tavolo rotondo con base a tre piedi usato come scrittoio in un ambiente in cui si intravede una mensola con alcune stoviglie e forse un camino. Insomma mi sembra quasi una piccola casa raccontata in una sola stanza. Sul tavolo c’è infatti una piccola cesta con dei panni, per terra un’anfora e si vede anche un mobile che assomiglia ad una specie di credenza.
La ragazza con i suoi vestiti lunghi e voluminosi ricorda un tempo passato. La luce dalla piccola finestra illumina la ragazza che sembra felice mentre sta scrivendo i suoi pensieri sul diario. Proprio questa immagine mi ha fatto ripensare ad una storia, in parte vera, in parte forse di mia immaginazione. Comunque mi ha fatto ripensare ad Anna Frank, rinchiusa nella sua piccola stanza nascosta, mentre per scappare dalla follia della guerra si rifugiava nel suo passatempo preferito: la scrittura. Me la immagino proprio così, sorridente, mentre racconta nelle pagine del suo diario la speranza che tutto finisca presto e chi si possa ritornare alla vita normale. Un modo tutto suo per sfuggire anche alla noia di giornate passate da reclusa ed impaurita dall’essere catturata dai nazisti.
Questa situazione terribile resa sopportabile forse dalla scrittura, un po’ ricorda anche quella che mi trovo a vivere io in questi giorni. Come lei sono ora chiuso in casa, ed anche se di sicuro con maggiori comodità, anch’io sento la paura che c’è fuori di un nemico che vuole prendere me e la mia famiglia, un nemico che non ha la divisa nazista, ma che forse proprio perché invisibile, fa anche più paura. Spero non porterà via nessuno di noi, dei nostri familiari o dei nostri amici e conoscenti. Insomma spero di non dover vivere il dolore che ha dovuto affrontare la giovane Anna quando i tedeschi scoprirono il suo nascondiglio. Spero che il virus non raggiunga nessuno di noi, ma in fondo sento che ce la faremo.

 

di Ernesto Genova I C

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