La sera del 26 dicembre, a San Siro, si è giocata la partita Inter-Napoli, valida per la diciottesima giornata del campionato di Serie A. Era una partita molto importante data la posizione delle due squadre rispettivamente terza e seconda. Si prospettava un gran bel match visto il livello delle due rivali. Quel Inter-Napoli, però, non verrà mai ricordato per la bellezza del calcio giocato, ma purtroppo per i tristi eventi accaduti sia prima che durante la partita.

Infatti la tensione creatasi dalla partita si faceva già sentire verso le 18, quando fuori dallo stadio è avvenuto uno scontro tra tifoseria interista e sue gemellate contro la tifoseria napoletana. Il bus degli ultras napoletani viene fermato dai rivali e i partenopei, di tutta risposta, sono scesi muniti di cinture e mazze per dare inizio a una vera e propria rissa. Durante questo scontro è morto Davide Belardinelli, uomo di 39 anni, capo ultras del Padova, squadra gemellata all’Inter. Egli è morto investito da un suv guidato da tifosi napoletani. Sfortunatamente non né il primo né sarà l’ultimo scontro tra tifoserie rivali con delle vittime. Ricordiamo, per esempio, la tragedia dell’Heysel o la morte di Ciro Esposito per citarne due riferite al calcio italiano.

La partita, però, è iniziata lo stesso, ma neanche questa si è svolta nella normalità. Difatti, sin dal primo minuto di gioco, alcune persone presenti allo stadio (non meritano l’appellativo di tifosi) hanno tempestato di ululati e versi scimmieschi il difensore del Napoli Kalidou Koulibaly, riferendosi in modo sarcastico al colore della sua pelle. A ogni pallone da egli toccato, lo stadio rimbombava di cori e di insulti razzisti riferiti al tesserato napoletano.

Koulibaly, però, nonostante i fischi ha giocato un’ottima partita fino all’ottantesimo minuto di gioco quando viene espulso per un applauso al direttore di gara, che pochi secondi prima lo aveva ammonito. La partita si è poi conclusa con il risultato di 1-0 a favore dell’Inter grazie al gol di Lautaro Martinez al novantaduesimo minuto.

Mi sembra inutile affermare che tutto questo per una partita di calcio sia troppo, che una persona, nonostante i suoi errori, non meriti comunque di morire per un motivo così stupido. Il calcio dovrebbe essere un momento di svago per tutti quei veri tifosi che vogliono solo andare allo stadio per vedere la propria squadra del cuore giocare. Un’altra cosa che non dovrebbe esistere sono gli scontri tra ultras, quasi come se fossero due clan mafiosi che si contendono il potere di quella partita, la supremazia.

I cori razzisti contro Koulibaly si commentano da soli. Come si può al termine del 2018 ancora discriminare una persona per il colore della sua pelle. Ma quelli erano ululati di paura. Paura della bravura calcistica del difensore sfogata con chiari comportamenti razzisti. Purtroppo il calcio riflette la realtà che viviamo in Italia, dove sempre più spesso assistiamo ad eventi simili.

Quest’evento lascia senza parole e dovrebbe far riflettere tutti di come la civile convivenza nel nostro paese sia fallita.

Resta la speranza che le future generazioni sappiano recuperare i valori civili che consentiranno di costruire una società libera dalla violenza scaturita dalla differenza etnica, religiosa, culturale o semplicemente da un evento sportivo.

Vincenzo Improta II E

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