Direttamente dalla seconda lezione del PON di scrittura creativa, “L’officina delle parole 2”, vi proponiamo la lettura di un testo descrittivo-narrativo, nato dalla fusione degli elementi ricavati dall’immagine proposta, per mezzo dell’utilizzo dei 5 sensi, e dal fervido lavorio dell’immaginazione.

                                                                              Il fantasma di Hogwarts

Il palazzo di Hogwarts è un edificio a due piani, che si trova in una specie di grande parco, circondato da una scura cinta di siepi. Sul terreno, l’erba tagliata ha formato un sentiero, che conduce alle scale, da cui si accede all’ingresso principale. Il palazzo è formato da una moltitudine di camere ed è quindi pieno di finestre, visibili sui muri color ocra. Il tetto del primo piano è stato abbellito con torrette, forse utilizzate anticamente, e tanti pinnacoli. Il secondo piano,  invece, si sviluppa sulla parte centrale del primo ed è altrettanto pieno di finestre, decorate con archi dorati. Il tetto sovrastante ha una parte triangolare un po’ sporgente e porta al centro delle colonnine, che reggono una cupola, alla cui sommità c’è una statua d’oro, che raffigura il fondatore del palazzo.

Al suo interno c’è un grande ingresso, ornato con un tappeto rosso, con tanti corridoi, che portano:  alla stanza da ballo, decorata con quadri antichi, dove si organizzano eventi importanti e feste; alla biblioteca, ricca di imponenti librerie, dove ci si può rifugiare per dedicarsi alla lettura; alle numerose camere per gli ospiti.

Nei sotterranei ci sono le “segrete”, dove anticamente venivano rinchiusi gli abitanti del regno, che non ubbidivano agli ordini del re e della regina. A volte si sentivano urla disperate provenire da lì, che non cessavano per l’intera giornata, altre volte incombeva un silenzio tombale. Ad ogni modo si pensava che nessuno avesse più osato aprire quelle porte.

Un giorno, una ragazza di nome Kobayashi ebbe il coraggio di entrare in una di quelle innumerevoli celle e vi trovò il fantasma di un ragazzo innocente, che le svelò come liberarlo dall’incantesimo di una strega, che lo aveva imprigionato nel castello, perché innamorata di lui, ma non ricambiata. Senza pensarci due volte, la giovane pronunciò la formula giusta per sciogliere l’incantesimo e risuscitò il corpo di quel bellissimo ragazzo. Quando si guardarono negli occhi, si innamorarono e dopo un po’ si sposarono.

 

Matteo Esposito

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