Il 20 novembre di ogni anno si celebra la giornata internazionale dei diritti dell’infanzia.
Una giornata importantissima che merita di essere messa in maggiore evidenza. Questo giorno ricorda infatti l’approvazione della Convenzione dei diritti dell’infanzia avvenuta a New York nell’Assemblea delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989. È una convenzione importante perché per la prima volta i bambini di tutto il mondo diventano soggetti di diritti e non più soltanto oggetto di tutela e protezione. Ai diritti già universalmente riconosciuti come quelli alla sopravvivenza, alla salute e all’istruzione, ne vennero aggiunti di nuovi ed importanti come il diritto alla libertà di espressione, all’identità legale, al rispetto della sua riservatezza. La Convenzione insomma riconosce ufficialmente i bambini alla pari di ogni altro componente della società, al di là del dettaglio della età. È una grandissima conquista perché riconoscere i bambini come componenti della società significa anche riconoscere il diritto del minore a essere parte attiva delle decisioni che lo riguardano (articolo 12) ed anche quello di prevedere che il principio di ogni decisione debba sempre essere “il superiore interesse del bambino” (articolo 3), articoli e principi naturalmente non rispettati sempre o del tutto ma che affermano secondo me un importante passo in avanti almeno ideale delle nostre società. Perché una società che non riconosceva i suoi futuri componenti pienamente e li discriminava solo in funzione della loro età è una società se non malata, molto distratta e poco accorta. Nei giovani ci sono le risposte per il futuro, perché loro sono il futuro.
Mi piace ricordare a questo proposito un antico detto indiano che afferma: “la terra non appartiene all’uomo, ma l’uomo appartiene alla terra”, che potremmo con l’esempio dell’attivista Greta Thumberg, trasformare in: “il futuro dei bambini non appartiene agli adulti, il futuro è dei bambini”. Finché questo non sarà chiaro a tutti il futuro di tutti sarà sempre a rischio.

di Ernesto Genova II C

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