Salve, siamo Eugenio Coppola e Riccardo Borrelli della 2BD e volevamo portare un caso di cronaca spaziale: l’Apollo 1. Era il 27 gennaio 1967, venerdì pomeriggio: tre astronauti, Virgil Grissom, Edward White e Roger Chaffee, erano nelle cuccette dell’Apollo 1, una navicella sulla sommità di un Saturno 1-B, a oltre 68 chilometri d’altezza. Non erano in partenza e il razzo non era rifornito di combustibile: era una prova generale della fase finale del conteggio alla rovescia per il lancio, per verificare tutte le procedure che devono essere attivate in quel lasso di tempo. Nessuno considerava “rischiosa” l’esercitazione, non c’era tensione né tra l’equipaggio né tra gli operatori della sala di controllo. Non c’erano neppure le squadre di emergenza, vigili del fuoco e medici compresi. Gli astronauti erano saliti fino alla navicella all’una del pomeriggio, con un paio d’ore di ritardo a causa di alcune difficoltà del centro di controllo. Subito dopo essersi sistemati nel piccolissimo abitacolo, Grissom segnalò uno strano odore proveniente forse dall’impianto dell’ossigeno. Ma non si riscontrò nulla di particolare. Dopo ore, alle 17:40 Grissom riscontrò un problema di comunicazione, Grissom si mostrò irritato: “Come potete pensare di mandare un uomo sulla Luna se non riuscite neppure a parlarci da Terra?”, apostrofò durante uno scambio con i controllori. Poco più di quattro ore dopo, alle 21.40, un ulteriore problema tecnico determinò una nuova interruzione del conto alla rovescia. Il test principale venne a quel punto definitivamente sospeso, ma gli astronauti rimasero a bordo della navicella per altri test. Il conto alla rovescia fu interrotto di nuovo e mentre si cercava di risolvere i problemi di comunicazione uno degli astronauti esclamò ‘‘Fuoco!’’. L’equipaggio subì un arresto cardiaco, causato (secondo il report) da un’elevata concentrazione di monossido di carbonio. I corpi presentavano ustioni di terzo grado, il report di missione “presuppone” che furono causate post mortem. L’asfissia avvenne dopo che il fuoco sciolse le tute spaziali e i tubi di ossigeno, lasciando l’equipaggio in balia di una atmosfera mortale. L’incendio iniziò molto probabilmente vicino al pavimento, sotto il sedile del comandante Grissom, diffondendosi dal pannello sinistro della cabina a quello destro, così veloce da impedire agli astronauti di tentare qualsiasi manovra per aprire il portellone. Venne notato che alcuni fili di rame argentato erano senza parti dell’isolamento, forse per causa di un cablaggio non eseguito correttamente, ma anche probabilmente dall’apertura e chiusura ripetuta di una piccola porta di accesso. Questo danno al cablaggio si trovava vicino a una linea di raffreddamento ad acqua / glicole etilenico che era soggetta a perdite, conosciute da tutti ma che non avevano avuto soluzione, semplicemente non se ne era occupato nessuno. Molti materiali, come il velcro, che fu utilizzato in tutta la navicella per un totale di oltre 3 metri quadrati sono altamente infiammabili in condizioni di ossigeno puro in pressione. Nella capsula c’erano anche circa 30 kg di altri materiali infiammabili non metallici. I membri dell’equipaggio furono sorpresi dall’incendio mentre stavano esaminando la loro lista di controllo. L’incendio provocò un rapido aumento della temperatura e della pressione in cabina, conclusosi 15 secondi dopo le prime parole di White: “Ho un incendio in cabina di pilotaggio!” Testimoni riferirono di aver visto White sui monitor che raggiungeva la maniglia di rilascio del portello interno, mentre le fiamme stavano riempiendo la cabina, muovendosi rapidamente dal punto di accensione. Sei secondi dopo, seguito dai rumori della navicella che si rompeva a causa dell’alta pressione, un’altra voce annuncia: “C’è un brutto incendio!” L’ultima comunicazione drammatica fu di Chaffee che urlò: “Sto bruciando!” La rottura del modulo di comando segnò l’inizio della seconda, breve, fase dell’incendio, caratterizzata dallo sfogo dei gas attraverso la rottura della capsula in pressione.

Articolo scritto da Eugenio Coppola e Riccardo Borrelli, 2BD.

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

<a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>