Questo 2020 ha portato tante novità nella vita di tantissimi di noi.

Per me, come per tanti altri alunni delle prime medie, è stata un’esperienza nuova e particolarissima. Infatti non ci siamo dovuti confrontare soltanto con una nuova fase di studio, già una piccola rivoluzione in sé, con tante nuove materie ad aspettarci e con la novità di tanti professori anziché con i maestri unici o poco più delle elementari, ma addirittura con qualcosa che non si era mai sperimentato prima: la DAD.

Un acronimo divertente, che ricorda in inglese il termine papà, ma che invece per noi studenti del 2020 indica la Didattica A Distanza, il modo nuovo con cui abbiamo proseguito e terminato l’anno scolastico. All’inizio è stata come tutte le novità fonte di curiosità, di interesse, tutti a confrontarci con piattaforme nuove e chat, l’acquisto di nuovi telefoni e pc, la voglia di comprendere il prima possibile questi nuovi strumenti. Perfino l’essere costretti a stare in casa con la propria famiglia è sembrato qualcosa di piacevole. Insomma una nuova sfida con cui confrontarsi e da affrontare al meglio. L’impegno è stato davvero tanto, mi sono reso poi conto quanto sia più difficile fare scuola in questo modo, con connessioni che spesso zoppicavano, con i rallentamenti inevitabili tra le domande e le risposte, e quanto tutti ci siamo impegnati a starci dietro, per non restare indietro. Nessuno si è voluto arrendere alle difficoltà di questo modo di fare scuola senza scuola. Difficile per noi alunni, credo difficilissimo per gli insegnanti. Eppure tutti ce l’abbiamo messa tutta, nello spirito del “ce la faremo”. Così dai primi giorni di lezioni in chat in cui abbiamo imparato a correre sulle tastiere dei telefoni per rispondere agli spunti in chat, alle successive video lezioni su meet ci siamo potuti confrontare con gli insegnanti, imparare cose nuove, rispondere, chiedere spiegazioni, ma credo che quello che sia mancato quasi del tutto è stata la possibilità di confrontarci tra alunni e far crescere quella solidarietà che si crea normalmente in una classe fatta di suggerimenti e piccoli incoraggiamenti che ci sono mancate come possibilità, come anche i lavori di gruppo che eravamo abituati a fare in presenza.

Comunque la DAD ci ha dato la possibilità di sconfiggere il distanziamento impostoci da questa pandemia e solo per questo dovremmo ringraziare questo “DAD” (papà) che ci ha consentito di continuare a fare scuola a stare insieme da lontano, perfino ci ha aiutato ad acquisire nuove competenze, come quelle informatiche, che credo ci serviranno moltissimo. Però continuando con questa piccola metafora, è stato un bravo DAD, generoso con molti di noi, ma non potrà mai sostituire la Mom, la scuola in presenza, fatta di sorrisi, rumori, complicità, affetti, esperienze che solo la vicinanza rendono possibile e possono aiutarci a crescere totalmente, perché non credo siamo fatti per vivere così,guardandoci da lontano, da un balcone ad un altro, o da uno schermo ad un altro; possiamo di certo farlo come è successo per un periodo, ma non possiamo pensare di farlo così per sempre.

di Ernesto Genova I C

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

<a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>